IL POTENTE VINCITORE

Stasera voglio leggere dal libro dell’Apocalisse del Signore Gesù, al 6° capitolo i primi due versi:

Poi vidi quando l’Agnello ebbe aperto uno dei sette suggelli; e udii una delle quattro creature viventi, che diceva con voce come di tuono: Vieni.

E vidi, ed ecco un cavallo bianco; e colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli uscì da vincitore, e per vincere.

Il mio soggetto per alcuni minuti stasera sarà: Il Potente Vincitore. Credo con tutto il mio cuore che il Rapimento avrà luogo prima della Tribolazione. Ora ci sono molti insegnanti che non sono d’accordo con questo, io comunque che non ho istruzione, studio spesso la Bibbia nei simboli, e in che cosa consistono le ombre raffigurate dalle rappresentazioni simboliche. E se noi comprendiamo l’ombra di qualcosa in tal caso otteniamo una concezione generale di come appaia il positivo. Come il diluvio del tempo di Noè: non una goccia d’acqua era mai caduta finché Noè, e tutti coloro che sarebbero stati salvati dall’inondazione, erano all’interno dell’arca e le porte chiuse.

E noi vediamo che prima che un grumo infuocato potesse precipitare su Sodoma e Gomorra dal cielo, Lot doveva abbandonare la città ed essere libero dal giudizio che doveva abbattersi sulle due città - poiché il giusto giudice non avrebbe giudicato il giusto con l’ingiusto in quanto il credente è già stato giudicato quando Cristo venne giudicato al suo posto. Di conseguenza sarebbe ingiusto che lo Spirito Santo giudicasse di nuovo uno di noi dopo che Lui ha già accettato il nostro giudizio in Cristo.

Ora veniamo al nostro argomento del Potente Vincitore. L’uomo ama vincere, e vincere è una grande cosa. Un vincitore è uno che ha prevalso sul suo nemico - questa è la ragione per cui io credo che la Scrittura dica: “Noi siamo più che vincitori” visto che Egli ha già vinto per noi. Gli uomini in tali importanti occasioni, quando riescono a vincere, sovente tengono una grande celebrazione, in seguito.

Ci è stato detto che quando l’ultimo capo tedesco, Adolfo Hitler, conquistò la Francia, si pose a sedere sull’Arco di Trionfo ad osservare la sua grande armata che sfilava, i suoi carri armati passavano, e gli aeroplani rombavano sopra le teste al punto da oscurare il cielo. Ma… ciò non durò perché un uomo per essere un vincitore deve avere dei giusti obiettivi - se voi non agite con lealtà, perderete; non importa quanto siate vincitore.

Dovete essere leale affinché risultare vincitore. Nessun truffatore viene al gioco. Hitler invece non seguì mai le regole, intendeva avere tutto il potere per sé stesso, tutta la gloria per lui. Quindi il suo obiettivo era errato - e nessun uomo con gli identici motivi e modi di Hitler giungerà al termine, proprio come fece lui.

Ci è stato riferito che il grande Costantino quando era sulla sua strada verso Roma, ebbe un sogno poco prima che la battaglia avesse luogo. Era preoccupato quella sera prima d’andare a dormire a causa dell’esito della battaglia che egli si era prefissato di combattere in mattinata. Quella notte ebbe un sogno su una croce bianca, e una voce diceva: “Con questo segno vincerai”. Così nottetempo prese i suoi soldati e fece loro dipingere sui loro scudi una croce chiara, e vinse.

Sto adesso pensando a un altro uomo: alcuni anni fa stavo in Waterloo, Belgio, dove un uomo di nome Napoleone era andato incontro alla sua sconfitta nel sangue e nella disgrazia.

Mentre mi trovavo là, qualcuno mi diede un volumetto, e cominciai a leggere la storia di questo grande uomo. Era diventato un gran combattente e aveva conquistato l’intero mondo all’età di 33 anni. Tuttavia aveva pure lui dei cattivi obiettivi… bramava il potere per sé stesso, e voleva che tutti lo temessero. All’ètà di 33 anni il mondo al completo tremava al pensiero di Napoleone - era un uomo cattivo; un assassino. Aveva cominciato da proibizionista ed era morto alcolizzato. Non è possibile vincere con l’errore. Solo il giusto vincerà.

Non vincerete mai edificando una denominazione sopra l’altra - vincerete solamente quando lascerete cadere gli ostacoli, e permetterete allo Spirito Santo di farvi entrare nell’intero Corpo di Cristo.

Noi non vinceremo mai con intenti egoistici o interessati. Dio odia il peccato, ed Egli non lo lascerà mai trionfare sul male. Napoleone morì all’età di 33 anni come conquistatore del mondo, ma il peccato aveva conquistato lui - ci fu però un altro uomo che morì all’età di 33 anni il quale aveva vinto il mondo e conquistato l’inferno, vinto la morte e sopraffatto ogni nemico della razza umana. Questi era il nostro benedetto Signore Gesù, il Potente Vincitore. Egli non venne a vincere per Sé stesso - il Suo obiettivo fu di fare la volontà di Dio il Quale Lo aveva mandato. Egli non lottò per Sé: diede Sé stesso. Alla croce disse: “Potrei parlare a Mio Padre e immediatamente Mi invierebbe delle legioni di angeli”. Invece venne per vincere per la razza caduta di Adamo, e conquistò ogni nemico della razza caduta di Adamo, ed essi furono posti sotto i Suoi piedi.

Riesco a immaginare il Potente Vincitore, il nostro Signore, quando era qui mentre passava accanto a un uomo che era stato incatenato e legato dalla potenza del demonio. Nessun esercito poteva trattenerlo a causa della sua forza, e spesso egli faceva le catene a pezzi. Nessuno riusciva a sopraffarlo, e gli spiriti immondi l’avevano condotto via dagli uomini, e lui aveva fatto la sua residenza fra le tombe, e chiunque fosse passato da quelle parti, egli l’avrebbe vinto. Ma un giorno scendeva per la strada un piccolo uomo - di cui la Bibbia dice: “Non c’era bellezza alcuna per cui noi L’avessimo desiderato” - e quel demonio pensò: “Ecco l’occasione in cui vincerò quel piccolo individuo” - e quelli che possedevano l’uomo, lo spinsero sulla strada e Gli andarono incontro. Ma quando corsero verso di Lui per vincerLo, Egli alzò gli occhi e loro cambiarono tono. Invece di cercare di vincerLo dissero: “Tu santo di Dio, perché sei venuto a tormentarci prima che l’ora giunga?” Si rendevano conto che avevano incontrato il loro antagonista: il grande Potente Vincitore del cielo era là presente. Egli non era fisicamente abbastanza robusto da poter spezzare le catene; non era capace nel fisico di trattenere un uomo posseduto dal diavolo, però in Lui c’era la potenza dell’Iddio Onnipotente al quale i demoni dovevano piegarsi! E Lui vinse questo nemico per cui la futura razza d’Adamo che è legata da un tale spirito ha il privilegio di prendere il Nome di questo grande Potente Vincitore e cacciarlo via. Mi posso immaginare Lui, il nostro Potente Vincitore, mentre entra nella camera della suocera di Pietro, che giaceva ammalata con la febbre, Egli non proferì parola, solo Si fece avanti, le toccò la mano e la malattia fu sconfitta. Egli aveva vinto l’infermità per la razza d’Adamo. Un giorno quando il Suo amico del cuore era morto e Lui Si trovava distante quattro giorni di viaggio, a causa del tempo i vermi strisciavano attraverso tutto il suo corpo, e la mano che aveva stretto e le spalle che Egli aveva abbracciato adesso erano vinte dalla corruzione e dalla morte. Riesco a vederLo accanto a Lazzaro, i Suoi occhi pieni di lacrime mentre esclamava: “Lazzaro, vieni fuori!” e la corruzione rilasciò la sua vittima, e la morte liberò l’anima dell’uomo perché il Potente Vincitore aveva parlato. Questo Egli poté fare per tutti i figli d’Adamo. Sono oltremodo felice che Lui sia pure mio amico, perché un giorno, se Gesù tarda, quella è la condizione in cui tutti noi ci troveremo.

Una sera mentre Lui stava attraversando il mare, i possenti elementi terrestri divennero disubbidienti. Egli stava riposando sul fondo della piccola imbarcazione quando i venti si fecero violenti e sconvolsero grandemente il mare. Presto la barca prese molta acqua per cui i discepoli ebbero gran paura e si affrettarono a svegliarLo. Quando Si svegliò, li sgridò dicendo: “O voi di poca fede - dov’è la vostra fede?” In altre parole, “Mi avete visto fare tutte quelle cose giorno dopo giorno; avete visto il pazzo essere liberato, avete visto la febbre lasciare la suocera di Pietro, avete visto i morti risuscitare! Dov’è la vostra fede?” Allora Egli Si rizzò sulla barca, alzò lo sguardo e disse: “Taci! Calmati!” E tutte le onde si acquietarono come un bambino nelle braccia della propria madre. I venti e i flutti Gli obbedivano. Dall’altra parte del lago dove essi si stavano recando, viveva una piccola donna la quale aveva speso tutto il proprio denaro per essere guarita, e nonostante ciò soffriva ancora d’una perdita di sangue. I medici che le avevano preso il denaro avevano cercato di soccorrerla fedelmente con tutte le loro possibilità, ma sebbene facessero quanto era loro possibile, il suo flusso di sangue non cessava.

Essa aveva sentito dire che Gesù stava venendo per la sua direzione così si avviò verso la spiaggia - si aprì un varco a fatica attraverso la folla al punto che le forze stavano per abbandonarla. Ma la sua fede non si era proposto altro che toccare l’orlo della Sua veste, e lo fece. Per aver toccato il Potente Vincitore, il male che era riuscito a sconfiggere le medicine dei dottori, obbedirono alla volontà del Possente Conquistatore e l’emorragia cessò.

Vi ricordate quando la morte aveva colpito la casa di Iairo? La sua figlioletta dodicenne versava in gravissime condizioni, e andarono a pregare Gesù affinché venisse; ma allorché Lui era vicino all’abitazione di Iairo, dei messaggeri uscirono all’incontro, dicendo: “Non infastidite il Maestro perché la figliuola è già morta”. È tutto finito adesso - ecco la conclusione a cui noi certe volte arriviamo - pensiamo che non ci sia speranza. Ma Egli è ancora il Potente Vincitore - quando ogni speranza è scomparsa Egli è però il medesimo! Certo, quelli credevano che fosse tutto finito, invece i preziosi occhi del nostro Signore si voltarono verso Iairo e Lui disse: “Non temere, sol abbi fè, e vedrai la gloria del Signore”.

E Gesù entrò nella camera della morte dove soltanto la fine del tempo poteva svelare la conseguenza della figliuola di Iairo. Ma vi rendete conto che il Principio e la Fine stavano davanti a lei? E Lui la prese per mano e le disse: “Fanciulla, alzati”, la morte fu vinta ed essa si alzò e visse. Il più grande nemico che ci sia mai stato per gli uomini è la morte - e Lui andò al Calvario, un giorno, e là sulla croce riportò per tutto il genere umano la vittoria; Egli sconfisse il più grande nemico che l’uomo abbia mai avuto; vinse la morte, per tutti noi.

Poi quando Lui morì non fu la fine, Egli doveva essere ancora il Potente Vincitore, difatti la Bibbia riferisce che andò a predicare alle anime che erano in prigione, costoro avevano rigettato il messaggio di Enoc, e di Noè, e a quelli in Sodoma, e a coloro che avevano rigettato i profeti. Egli testimoniò loro che Lui era la risposta a ogni messaggio dei profeti, il Potente Vincitore, purtroppo essi erano passati al di là della vita e della morte e avevano oltrepassato la linea e il confine di separazione: per loro non c’era speranza. Egli Si addentrò nelle regioni del diavolo - dei demoni - e li disperse, andò proprio nello stesso abisso del più tenebroso inferno, ancora in esistenza benché il Suo corpo fosse immobile sulla croce. Egli era ancora il grande e Potente Vincitore, e dopo che sono passati 1900 anni Lui è tuttora il Potente Vincitore, e lo sarà in eterno.

Quando giunse alle stesse porte dell’inferno (ci serviremo adesso di un piccolo dramma) mi posso immaginare il diavolo precipitarsi fuori ed esclamare: “Così, alla fine Ti ho! Sei finalmente arrivato! Ho tentato di distruggere questa progenie nel corso del tempo. Ho creduto di averti quando ho annientato Abele; ed ero certo di riuscirci quando ho massacrato i profeti; e allorché ho decapitato Giovanni ero sicuro di averti. Ma ora eccoTi! Sei nel mio regno, e Ti trovi sotto il mio dominio, e poiché sei morto da peccatore, sei in mio potere!” Oh, mi pare di sentire Gesù che dice: “Satana, Io sono il Figlio di Dio nato da una vergine, il Mio Sangue è ancora fresco sulla croce, ho risposto ad ogni requisito per la razza caduta di Adamo, e sono venuto quaggiù a vincere e prendere possesso!” Raggiunse il diavolo, gli strappò le chiavi della morte e dell’inferno, le appese al Suo fianco, e fece precipitare il diavolo negli abissi da dove era venuto! Ancora il Potente Vincitore!

Egli fece ritorno sulla terra, trionfante sulla morte e sull’inferno, per ottener vittoria sul sepolcro. Ma mentre Lui saliva lungo dei grandi sentieri sentiva che venivano cantati degli inni, e Si rese conto d’essere vicino alle porte del Paradiso dove coloro che avevano dato retta al messaggio di Noè, e quelli che avevano accettato il messaggio dei profeti aspettavano, perché non potevano salire, in quanto sulla terra c’era un velo di peccato, sospeso, e il sangue di tori, capre e pecore non poteva espiare per l’essere umano. Perciò essi erano tenuti in un luogo chiamato Paradiso. C’era un velo di peccato sulla terra ed essi non potevano salire tranne che non Colui che era sceso.

Egli si diresse verso le porte del Paradiso e bussò leggermente. Padre Abrahamo apre la porta e rimane incantato per alcuni secondi, poi grida: “Sara, vieni qui un momento. Non è Lui lo stesso per il quale hai cotto delle schiacciate? Non è Colui che sedeva sotto la quercia quel giorno?” Sara risponde: “Questi è Colui che dava le spalle alla tenda e percepì i miei pensieri quando risi nel mio cuore dopo che Lui aveva detto che sarei stata incinta nella vecchiaia”. Gesù parlò e disse: “Figliuoli, sono venuto a prendervi, ho vinto quell’orribile cosa chiamata peccato”.

E proprio allora si appressò un uomo il quale dato uno sguardo al di sopra delle spalle di Abrahamo restò pure sbigottito!

Si trattava del profeta Daniele, ed esclamò: “Ecco la pietra che io vidi staccarsi dal monte senza opera di mano d’uomo la quale distrusse i regni del mondo”.

Proprio allora, salì un altro uomo - era il profeta Ezechiele, e quando vide Gesù esclamò: “Ecco la ruota che ho visto girare nell’aria”. Ciascuno Lo aveva visto nella forma con la quale era stato predicato. Poi tre uomini vennero di corsa e superarono velocemente Abrahamo per osservare il Signore - essi erano Sadrac, Mesac, Abednego, e gridarono e piansero ad alta voce: “Questo è l’uomo che stava con noi nella fornace ardente quando Nebucadnetsar ci aveva gettati in quel luogo”.

O amici miei, stasera abbiamo cantato di Lui, Lo abbiamo pregato e abbiamo raccontato la Sua storia a quasi tutta la terra, ma che cosa avverrà quando Lo vedremo come Rosa di Sharon, Giglio della Valle, come il più bello fra diecimila per le nostre anime, l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine, il Re della Gloria!

E il Signore disse loro: “SeguiteMi”, e cominciò ad andare verso l’alto con tutti i santi dell’Antico Testamento della terra, Egli li guidò, e col Suo vestimento immerso nel Suo proprio Sangue Egli vinse l’atmosfera di sopra. Benedetto sia il Suo nome! Egli squarciò la nebbia dell’inferno che avvolgeva la terra finché aprì uno spazio nel cielo affinché tutti i figliuoli perduti di Adamo potessero pregarvi attraverso per la vittoria. Egli conquistò le atmosfere, vinse il peccato, sconfisse la morte, l’inferno e il sepolcro, e Si levò trionfalmente - Si innalzò oltre le stelle più alte, oltre la luna e il sole assieme ai santi del Vecchio Testamento. Oh quale grandiosa marcia, sfilata, quella deve essere stata con il vero Vincitore! Dopo un po’ giunsero in vista di quella gloriosa Città, e Abrahamo disse a Sara: “Vieni qui, cara”, e lei chiamò Isacco perché venisse, Isacco chiamò Giacobbe Giacobbe chiamò Giuseppe, e mentre essi salivano accanto ad Abrahamo lui disse: “Quella è la Città che vidi il cui Architetto e Costruttore è Dio. Ho camminato sulla terra riguardando verso questa Città senza mai trovarla, ma adesso siamo nei pressi delle grandi porte”.

Sebbene fossero grandi uomini, era però necessario il Potente Vincitore per vincere il peccato e condurli a quella meravigliosa Città. La Luce dall’interno della Città era grande e splendente, le porte perlacee tutte risplendenti, e c’era là Gesù che marciava in prima linea. Ben presto tutti gli angeli discesero sulle sommità degli edifici ad ammirare i grandi eserciti che sfilavano. E mentre si avvicinarono, i santi dell’Antico Testamento diedero un gran grido: “Apritevi porte eterne, restate aperte e lasciate entrare il Re di gloria: il Potente Vincitore”.

Gli angeli gridarono di rimando: “Chi è questo Re di gloria?” E i santi dell’Antico Testamento esclamarono: “Il Signore degli eserciti, potente in battaglia”… e le porte si aprirono… e Lui sistemò all’ingresso la vecchia rozza croce così che ogni uomo o donna che passi attraverso quella porta dovrà chinarsi davanti a questa croce e riconoscerLo quale Potente Vincitore. E gli angeli, a migliaia, e diverse decine di migliaia, gridavano e giubilavano e lodavano il Signore come quel grande potente condottiero che aveva liberato dalla schiavitù, e aveva dato doni agli uomini, e sfilava per le strade di questa grande Città.

Non all’Arco di Trionfo come Adolfo Hitler, ma nei regni di gloria gli angeli cantavano e lodavano la Stella del Mattino mentre Lui si muoveva giù per le strade come un Potente Vincitore che aveva vinto i peccati del mondo, e prodotto la giustizia con trionfo. Attraversarono la Città finché giunsero al trono - là sul trono sedeva il possente Geova - e quando Gesù arrivò al trono Si piegò sulle ginocchia e disse: “Padre, ho compiuto questa opera che Tu Mi hai dato da fare: ho pagato il debito per il peccato, ho le chiavi di entrambi morte e inferno, e il Tuo nemico è sconfitto, e questi sono i Tuoi figliuoli che hanno atteso pazientemente quest’ora”. E vedo il Padre mentre Gli dice: “Sali qui sul mio trono, Figlio mio, e siediti finché non ho fatto di ogni nemico lo sgabello dei Tuoi piedi - ed ecco che Si siede, il Potente Vincitore! Confidando nella Sua Parola, credendo tutto ciò che dice, avendo fiducia in Lui come mio tutto, come mio respiro, come mia vita, come tutto quello che ho, stasera io mi arrendo pienamente a Lui - corpo, anima e spirito - aspettando la Sua seconda Venuta nella gloria. Quando sono triste confido in Lui, quando sono lieto confido in Lui, quando sono infermo confido in Lui, e quando sono perduto confido in Lui - qualunque cosa mi succeda io confido in Lui!

Mi viene in mente un piccolo incidente che mi capitò qualche tempo fa. Non ho mai detto questo in pubblico prima. Mi trovavo a caccia lassù sui monti Adirondack. Mia madre è in parte indiana ed io amo i boschi, sapete che anche nella mia conversione non ho mai tolto ciò - Amo i boschi e i monti, essi costituiscono il mio svago. E l’altro giorno dicevo a mia moglie: “Cara, Dio mi ha aiutato in tutto quello che ho fatto. Sono un povero pescatore, eppure ho battuto dei primati nazionali nei luoghi più misteriosi in cui un pescatore si sia mai trovato. È il Signore! Ho fatto dei tiri di 600 e 700 yarde (Una yarda misura all’incirca 91 centimetri. - Ed.) del tutto fuori discussione con un fucile “rifle”, ed ho colpito il bersaglio trentatré volte di fila quando non sono che un mediocre tiratore.

“Si tratta del Signore!” Mi ritenevo di essere un esperto abitatore dei boschi, tale da non potermi smarrire mai. Mi ero da poco sposato, e Billy era quindi un ragazzetto - sua madre era morta da almeno 5 anni - avevo preso Meda, mia moglie, e Billy il mio figliuolo, eravamo andati sugli Adirondack, e stavamo sotto una tettoia, io aspettavo il “ranger” (Nel Nord America, guardia forestale a cavallo. - Ed.) per salire, e dissi: “Credo che uscirò e mi procurerò della carne di cervo o di daino. Aspettatemi qui e quando il ranger arriverà, Meda, vi aprirà la capanna”. Così li lasciai sotto la tettoia e mi inoltrai per i boschi. Attraversai i monti - avevo immaginato di conoscere gli Adirondack così bene da distinguere ogni albero - però quando voi giungete in un posto in cui pensate di sapere qualcosa, in tal caso non sapete tutto quello che dovreste conoscere. Mi cacciai nella foresta più profonda, seguendo ora questa, ora quella traccia.

Alla fine raggiunsi il grosso cervo di cui avevo seguito le orme, e gli sparai. Era presto ma quasi l’ora di fare ritorno, poiché avevo promesso a Meda che sarei ritornato alle due, perciò preparai il mio cervo e mi diressi verso la casupola. Mentre mi avviavo notai che la nebbia si riversava sulla valle, e nevicava, ma continuai ad andare avanti. Infine, dopo parecchio tempo ritornai al mio cervo. Questo mi preoccupò però ripartii, e ancora una volta incontrai la mia selvaggina. Gli indiani chiamano ciò: “Il cammino della morte”, in quanto voi camminate in circolo. Stavolta però i venti rinforzarono, e tutti sanno che nei monti quando scende la nebbia vi è possibile vedere a stento la vostra mano che vi sta davanti, e l’unica cosa da fare è d’entrare da qualche parte, rintanarvi in un buco, prendere qualcosa da mangiare se riuscite a trovarla, e restarvene là finché non sia passato. Io invece non potevo farlo, avevo una moglie e un bambino in quei boschi e sarebbero periti in quella tempesta, quindi non avrei potuto farlo.

Dovetti ritentare e dopo che ero andato tanto lontano quanto pensavo di dover andare, mi dissi: “Ebbene, mi sono perduto!” Poi pensai: “Aspetta un minuto Bill Branham, tu non sei perduto, solo pensi di esserlo. Siediti un istante e medita sulla situazione”. E mentre mi apprestavo a sedermi, la neve fischiava e il vento piegava gli alberi e li abbatteva, ma io riandavo col pensiero a mia moglie e al mio bambino. Meda non era mai uscita dalla città in vita sua tranne che non fosse per andare in campagna e ritornare. 

Che cosa avrebbe ella fatto se mi fossi perso sui monti? Sarebbe uscita fuori di sé e sarebbe morta prima di mattina, lei e il mio piccolo. Comunque mi dicevo: “Oh, tu un esperto uomo di boschi ti sei perso! Ora tu sai che l’istinto ti dice di andare diritto in questa direzione, perché il vento ti veniva in faccia quando hai risalito la collina e la discesa della collina deve trovarsi alle tue spalle”. Pertanto ripartii e mentre lo facevo cominciai a parlare: “Io sono un aiuto sempre presente in tempo di distretta”. Dicevo: “Mi pare di essere fuori di me, posso udire una Voce che mi parla”. Scossi il mio capo e mi dissi: “Avanti ragazzo, riprendi animo, continua a proseguire, ti stai dirigendo proprio al tuo campo”. Ma mi sbagliavo stavo andando direttamente in Canada, senza saperlo, e quella Voce continuava a dire: “Io sono il Signore, sono un aiuto sempre presente in tempo di distretta”. Ed Essa mi parlava sempre più profonda dentro di me finché alla fine mi fermai e appoggiai il fucile contro un albero, deposi per terra il mio cappello da caccia, mi inginocchiai e dissi: “Signore, non sono un uomo di boschi - sono un misero, disgraziato ragazzo, e mi sono perso! Non sono degno di vivere, ma Ti prego abbi pietà di mia moglie e del mio figliuoletto”. Credevo di poter vincere qualsiasi tempesta, di poter vincere ogni bosco, invece scoprii che non ero un vincitore, e mentre pregavo mi sentii molto meglio. Mi alzai e ripartii ancora una volta, e mentre lo facevo sentii il Potente Vincitore mettere la Sua mano sulla mia spalla e mi fermai, intimorito, avevo pensato che fossi solo per i boschi. Mi voltai per vedere Chi mi aveva messo una mano sulla spalla, ma non c’era nessuno - tuttavia come guardai all’indietro vidi la torre sul monte, un luogo di riferimento di cui mi sono sempre servito in quei boschi. I ranger ed io avevamo istallato un telefono su quella torre, ed io lo sapevo ben usare poiché avevo collaborato nel metterlo. Rivolgendo di nuovo lo sguardo a quella torre, mi resi conto che ero andato incontro alla mia morte, senza saperlo, ma Lui è “Un aiuto sempre presente in tempo di distretta”. Che cosa era successo? La sua potente Mano aveva tolto di mezzo la neve per permettermi di vedere la torre! Si trattava di Colui che aveva vinto il vento e le onde per i Suoi discepoli; e adesso stava vincendo questa tempesta per me, fermando una possente bufera per salvare quel miserabile perduto che io sono. 

Mi posi in direzione della torre, e continuai a proseguire diritto - si era fatto molto buio ma non tolsi il mio volto della direzione della torre. Sapevo che ora avrei dovuto toccare il filo metallico che andava dalla torre alla capanna, e accanto alla capanna c’era la tettoia dove avrei trovato mia moglie e mio figlio. Così camminavo e continuavo a cantare: “Confido nel mio Signore, sto sulla Sua Parola”, e pensavo: “Oh, se solo potessi toccare quel filo metallico telefonico”, e continuavo ad andare avanti camminando con le mani alzate nell’aria in modo che se vi passavo sotto, l’avrei toccato. Avevo quasi abbandonato le speranze quando la mia mano urtò qualcosa - era il filo metallico!

Non sciolsi il filo, gettai giù il fucile, mi tolsi il cappello, e là nell’oscurità piansi come un bambino perché capii che Dio mi aveva soccorso, e al termine di quel filo mia moglie e il mio bambino mi aspettavano. Mi tenni aggrappato al filo metallico per tutto il tragitto sul monte e fui condotto in salvo ai miei cari. 

Fratello, un giorno quando mi ero perduto in un modo peggiore di quello, sentii una Voce parlarmi e dire: “Io sono ancora il Potente Vincitore che può purificarti da tutti i tuoi peccati”, e affidai la mia mano alla potenza dell’Onnipotente Iddio che mi scosse dalla testa ai piedi, completamente. Io terrò la mia mano sulla Sua, perché alla fine di questa strada il mio Salvatore e i miei cari, mi aspettano.

Mi aggrapperò al filo che conduce dalla croce alla gloria, e confiderò in Lui finché avrò vita, giacché Egli ha vinto tutti i miei nemici, ha conquistato tutte le mie infermità, ha prevalso sui miei peccati, e mi ha reso “Più che vincitore in Gesù Cristo”. Il Quale ha conquistato tutto per me.

Oh, amico peccatore, se tu sei perduto - se hai bisogno di tenere la Sua mano affinché ti guidi in salvo - il tempo è ora!

Le tempeste di questa vita ti coglieranno e sarai perduto per sempre - distenditi e tieniti stretto a lui mentre chiniamo i nostri capi e preghiamo…

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Il mio sincero apprezzamento a Leo Mercier e ai direttori per il loro lavoro e la buona volontà di operare con me nel presentarvi questo opuscolo, per il quale io prego che sia una benedizione per voi e vi faccia andare avanti nel Regno di Dio.

William Branham