TEMETE IL CANCRO?

INTRODUZIONE

TESTIMONIANZA DI HATTIE WALDROP

TESTIMONIANZA DI LAURA WALKER

IL POTENTE VINCITORE

DALLA SIGNORINA: ROSELLA GRIFFITH DI JOLIET, ILLINOIS

Introduzione

I medici non hanno rimedio per esso - ma un Angelo inviato dalla Presenza del Signore ha dato al fratello Branham una infallibile cura che sanerà ogni sofferenza.Sentite le parole dell’Angelo:

Se tu puoi indurre la gente a credere, nulla ti resisterà, NEMMENO IL CANCRO.

Nei tre anni in cui sono stato per la nazione nelle riunioni di Branham, ho notato che il cancro è il demonio più spesso sconfitto ad opera del ministerio del fratello Branham. Gran parte delle infermità del cancro sono debellate dal ministerio del fratello Branham. Vengono guariti molti più malati di cancro che di ogni altra infermità. Di ciò ne sono assai lieto dato che il cancro è in forte aumento, e ancora i medici non dispongono del rimedio con cui curarlo.

Parecchia della gente che viene chiamata nella fila di preghiera ha l’aria di essere robusta e in salute, e si giudicherebbe che non abbia bisogno di biglietti di preghiera; mentre altri siedono su sedie a rotelle, oppure stanno su delle lettighe e il loro numero non viene chiamato. Ad ogni modo, io non ho mai visto ciò fallire, mentre essi stanno là, dinanzi all’Angelo del Signore, viene rivelato che una tenebrosa ombra di morte segue quella persona e che il cancro sta per togliergli la vita.

In verità il Signore è buono verso coloro che morirebbero in breve tempo guidandoli alla liberazione completa.

Mio caro amico, se tu hai il cancro oppure hai paura di esso, ricorda che c’è un Dio che offre guarigione.

Il timore di qualcosa è spesso la ragione per cui noi cadiamo vittima di essa, sia che si tratti di infermità o di qualcosa d’altro. La Parola di Dio ci dice di non temere né di disporre i nostri pensieri o la nostra mente su tali cose.

Recentemente ho letto sulla rivista LIFE un autorevole articolo sul cancro. Uno specialista riferiva come la gente temesse il cancro al di sopra delle malattie di cuore e dell’artrite, le quali sono assai più dolorose. La sua opinione era che la paura del cancro avesse invaso il popolo americano in una portata tale che ciò ha contribuito al fatto che parecchie persone ne vengano colpite. Esse indirettamente se ne preoccupavano al punto che ferivano il loro sistema nervoso e danneggiavano i loro corpi in altre maniere. Senza dubbio se un medico può trarre la conclusione che la paura è una forza stimolante a sostegno del cancro, allora quanto più noi come Cristiani dovremmo renderci conto che non dovremmo temere, ma lodare il Signore per la Sua bontà e misericordia e lasciare che i nostri pensieri riposino nella fiducia e nell’amore sulle buone cose di Dio.

Sono partecipe con voi delle fotografie e delle testimonianze “nell’Araldo della Fede” perché vi aiutino a vedere il successo del piano di Dio per la vostra liberazione. Sentitevi liberi di scrivere a queste persone e di porre domande a proposito della loro guarigione. Esse saranno liete di rispondervi.

Una considerazione ai molti anni che sono stati accordati loro di vivere, senza che siano morti, darà incoraggiamento ai vostri cuori. Date lode a Dio per l’opera che sta realizzando attraverso il Suo servitore: il fratello Branham.

Se conoscete qualcuno che soffre di tale infermità, testimoniate loro e riferite le cose che Dio ha compiuto, e che fa, per altri. Sono ormai quattro anni, che il fratello Branham, guidato dallo Spirito, entrò nell’ospedale cittadino di Phoenix e pregò per Wilma Baghy, la quale era morente di tubercolosi.

Wilma Baghy visse e fu in buona salute tramite la Potenza di Dio che ricondusse alla vita il tessuto morto.

Tuttavia questo era semplicemente l’inizio delle benedizioni che Dio avrebbe continuato a mostrare nei riguardi di Wilma Baghy. In breve, di lì a poco, suo marito fu colpito da cancro allo stomaco e si trovò in gravi condizioni.

Poco tempo dopo, dei dolori al petto di lei rivelarono un cancro che attraverso le sue costole si era diffuso in tutto il corpo. Furono, senza dubbio, ore assai tenebrose per Wilma Baghy.

Eppure ciononostante, il nemico la colpiva in modo ancor più pesante! La sua figliuola sedicenne divenne gradualmente malata e in secondo tempo fu necessario ricoverarla per accertamenti. Il medico disse: “La sua figliuola ha la leucemia e non può vivere molto a luogo”. Padre, madre, e figlia tutti presi in trappola da questo malvagio assassino del genere umano!

Poi due anni fa il fratello Branham venne in Phoenix, e Wilma Baghy, gravemente malata, si recò alla riunione e stette davanti a lui quando il suo biglietto di preghiera fu chiamato.

Quella sera il fratello Branham le riferì la sua infermità, quella della sua figliuola, e persino quella di suo marito.

Dio riversò le Sue benedizioni dal cielo e tutti e tre furono sanati. Ho avuto il privilegio poco tempo fa di parlare con Wilma Baghy e con la sua figliuola. Esse erano entrambe l’immagine della salute ed ella mi disse che suo marito era stato pure lui completamente guarito. Scrivetele, essa vi racconterà volentieri come ha accettato la preghiera del profeta di Dio e come venne riportata in salute. Il suo indirizzo è: Signora Wilma Baghy, 1407 South 21 Pl., Phoenix, Arizona.

Testimonianza di Hattie Waldrop

La seguente, è la storia di: Hattie Waldrop, 1701 East Glendal Avenue, Phoenix, Arizona.

Mentre essa me la raccontava, ciò riempiva il mio cuore di fede e coraggio e desidero che ne siate partecipi. Mentre leggerete, ciò vi arrecherà tranquillità, e una presenza di vittoria nel cuore.

Desidero salutarvi nel Nome del nostro Signore e parlarvi della mia guarigione che ebbe luogo dieci anni fa mentre giacevo su una lettiga in una riunione del fratello Branham. Quest’opera intende aiutare chiunque possa essere sofferente di cancro.

Da 26 anni, spesso, soffrivo di un dolore sul lato destro, proprio sopra il fianco. Nell’anno 1957, cominciarono ad esserci dei periodi nei quali non potevo ritenere cibo né acqua. Più tardi, ciò venne in contrasto con spazi di tempo nei quali non potevo soddisfare appieno il mio appetito e avrei mangiato di continuo. Un giorno notai un articolo nel giornale locale di un certo medico di città che aveva pensato di fare delle analisi al fluoroscopio per una piccola spesa di 5 dollari. Mio marito mi chiese di andare da lui e forse mi avrebbe aiutata a trovare la natura del mio malessere. Così un lunedì mi recai nell’ufficio del dottore per l’analisi. Al medico non piacque ciò che trovò e chiese a mio marito di andarlo a trovare di buon’ora il mattino seguente.

Vi andammo il giorno dopo alle dieci e il dottore ci disse che io avevo la colite acuta, e lui riteneva che sei dei suoi trattamenti mi sarebbero stati di aiuto. Acconsentimmo. I trattamenti consistevano nel versare dell’acqua calda, leggermente al di sopra della temperatura corporea, attraverso il mio intestino (colon) per un’ora e talvolta più a lungo. Verso l’ultima parte della seconda settimana svenni sul tavolo e quando il dottore e l’infermiera mi fecero rinvenire, chiesi: “Ho il cancro?” Il dottore rispose: “Sì, povera donna. Perché avete aspettato tanto per venire affinché vi si aiutasse?”

Quando il medico scoprì questo mi sottopose ai raggi X, e ciò mise in evidenza che il colon superiore del mio lato destro pendeva come dei fili. Egli richiese che ci fosse un altro dottore che mi visitasse ma io mi rifiutai poiché temevo che mi ricoverasse in un ospedale, e non volli andarvi. Egli in seguito mi disse che c’erano medici in città che avrebbero potuto operarmi e togliere una parte del mio stomaco inferiore, ciononostante sarei morta entro venti giorni. Non avevo niente da fare che recarmi a casa ed attendere…

Peggioravo sempre di più e dovevo prendere delle pillole per alleviare il dolore che aumentava man mano che i giorni passavano. Ma oh, grazie a Gesù, e ai santi che hanno pregato con me e per me durante quei tenebrosi giorni di patimenti! Poiché essi stavano con me quelle sere in cui io ero così grave!

Il medico aumentò le pillole che annullavano il dolore finché il mio cuore cominciò a reagire agli effetti del forte narcotico. Così era necessario prendere delle medicine per il cuore per mantenere basso il grave tasso di avvelenamento.

Una domenica mattina una sorella nel Signore venne nella nostra piccola casa. Essa mi chiamava: “Ma”, come facevano tutti quelli della chiesa. Ella ci portò la notizia che il fratello Branham doveva venire in città e mi parlò del suo dono di guarigione che Dio gli aveva dato, e in che modo lui pregava per i malati.

Disse: “Egli sta per venire in Phoenix, ‘Ma’, e so che tu sarai guarita. Ti prego di resistere ancora per undici giorni finché lui arrivi qui”. Queste furono le pietose parole della mia amica.

Il medico aveva riferito a mio marito che il prossimo attacco sarebbe stato fatale, e di essere preparato a una simile evenienza. Io ero consapevole di questo.

Dopo undici lunghi giorni il fratello Branham diede inizio alle sue riunioni nella chiesa del “Fratello Outlaw”. Il primo servizio si tenne il 2 marzo del 1947, e la piccola chiesa era affollata a tal punto che dovettero spostare il convegno in un luogo più ampio. Io mi recai alla riunione di domenica sera ma c’erano così tante persone davanti a me per cui si doveva pregare, che io non fui chiamata. La sera successiva si verificò la medesima cosa, tuttavia il fratello Branham informò che avrebbe pregato per i malati la mattina del martedì alle ore dieci.

Il martedì mattina di buon’ora stavo rassettando alcune cose in cucina, quando una Voce mi disse: “Affrettati per la tua vita!” Chiamai la sorella che aveva trascorso la notte con noi e le dissi: “Dobbiamo sbrigarci!” E cominciammo a dirigerci in fretta verso la chiesa. Nelle mie condizioni non mi era possibile andare lontano e Gesù lo sapeva, perciò mentre stavamo lasciando il cortile un fratello e una sorella nel Signore mi fecero salire in automobile e mi condussero in chiesa.

All’incirca verso le otto e trenta, entrammo in chiesa e il fratello Otlaw, mi salutò e mi disse: “Vai direttamente di fronte, sorella Waldrop, desidero che tu sia la prima per cui si preghi stamane”. Mi precipitai di fronte senza proferire parola.

Mentre stavo seduta là, un fratello addetto a tenere l’ordine, venne verso di me e mi chiese se io fossi cieca. Risposi che non lo ero. Allora egli disse che era dispiaciuto ma che io avrei dovuto spostarmi indietro di quattro file poiché i posti a sedere di fronte erano soltanto per le persone cieche. Mentre lui mi parlava io potevo sentire il cancro che si rotolava dentro il mio stomaco. Come il fratello se ne fu andato, mi sforzai di spostarmi attraverso la corsia ma non ne ebbi la forza. Egli ritornò e mi trovò che respiravo affannosamente. Gli dissi: “Portami in una camera interna”. Egli rispose: “Mi dispiace, sorella, ma non posso”. Ed io con un soffio di voce dissi: “Vai a chiamare il fratello Outlaw”, e lo spinsi all’indietro. Il fratello Outlaw e qualche altra sorella vennero e mi dissero: “Tu sei solo nervosa, sorella Waldrop. Pregheremo per te”.

Poi la sorella che era venuta con me alzò la voce e disse: “No! Questo non è nervosismo ma morte!” Proprio in quell’istante il fratello Hooper e la sorella Mac Daniel si avvicinarono e dissero al fratello Outlaw che si trattava di qualcosa di molto grave, e se il fratello Branham era lì avrebbero fatto meglio ad andarlo a chiamare di corsa. Il fratello Outlaw incaricò qualcuno di prendere una barella, e qualcun altro corse sul retro a chiamare il fratello Branham. Sentivo quello che succedeva però non ero in grado di parlare, per me stava diventando sempre più buio.

Il fratello Branham entrò velocemente, andò al microfono e disse a tutti di essere molto riverenti perché una sorella stava morendo di cancro. Poi il fratello Branham si rivolse a me e disse: “Guardami, sorella”, le sue parole mi giungevano in tono basso come un sussurro ma lui continuò a parlare finché le fitte tenebre mi lasciarono. Poi egli mi chiese se io credessi che l’Angelo era venuto a lui. Non potei parlare ma lui sentì che io credevo in lui. Infine disse: “Ringrazia il Signore, sorella, la tua fede ti ha salvato!”

La prima volta che lui aveva pregato, io non avevo sentito nulla, poi aveva pregato nuovamente e mentre lo faceva, una sensazione di calore si diffuse su di me, cominciando dal mio capo e attraversandomi all’esterno e all’interno, e mentre ciò si verificava, ogni dolore si dipartì dal mio corpo. Mi alzai dalla lettiga.

Il fratello Branham mi disse che per 72 ore avrei sofferto moltissimo e avrei avuto grandi dolori poiché il cancro aveva lasciato il mio corpo. Egli affermò che esso era morto, ogni sua radice! Egli mi disse inoltre di tenere una dieta alimentare liquida, come il medico aveva consigliato, e Gesù mi avrebbe fatto sapere quando avrei dovuto mangiare sostanze solide. Mi informò che una minima parte di cibo solido mi avrebbe uccisa.

Per 72 ore soffrii di dolori atroci. Volevo tentare di chiamare mio marito che dormiva, ma la sofferenza era così intensa che non riuscivo a parlare. Così mi trascinai a fatica strisciando verso di lui perché pregasse per me affinché io ricevessi la forza di sopportare il dolore. Poi il tormento diminuì per alcune ore, ed io potei riposarmi. Questo durò per un periodo di quattro o sei settimane, però il dolore andava diminuendo progressivamente.

Alla fine, telefonai al medico e gli chiesi di sottoporre ai raggi x il mio stomaco ed egli rispose che era disposto.

I raggi x misero in evidenza che il mio colon ed ogni altra cosa era proprio come avrebbe dovuto essere: in perfetto ordine.

Il mio cuore, che si era dilatato a causa di tutte le sostanze tossiche, era normale, e i calcoli che si trovavano nel mio fegato, grandi quanto l’unghia del mio pollice, erano scomparsi.

Quella sera per cena consumai fave e fagioli, cipolle, sottaceti, arrosto di manzo e succo di mela. Il giorno successivo dovevo sottopormi ai raggi x, ma Gesù mi disse che potevo mangiare e lo feci davvero. Questo avveniva dieci anni fa, e oggi tutto è ancora perfettamente a posto, in ottima salute.

Se voi avete il cancro e state pregando e i dolori però continuano, continuate semplicemente a lodare il Signore per la vostra guarigione. Il diavolo si sforzerà di rubare la vostra guarigione, però persistete nel lodare Gesù e a riguardare in alto.

Dopo che il fratello Branham aveva pregato per me, mai da allora fui relegata a letto, e non ho mai mancato a una riunione.

All’epoca della mia guarigione, il mio nipotino di 6 anni ebbe bisogno che si pregasse per lui e fu sanato da un gozzo che si trovava all’interno della sua gola. Oggi Marvin ha 16 anni ed è in perfetta salute.

Se confidate in Dio per la vostra guarigione, vi invito a scrivermi e sarò lieta di incoraggiarvi in ogni modo possibile.

Testimonianza di Laura Walker

La seguente testimonianza è di: Laura Walker, Hessel, Michigan. 

Sei anni fa giacevo morente con il cancro all’intestino. Le viscere non avevano sensibilità e sembravano senza vita. A volte anche la parte inferiore dell’addome diventava dura come pietra e fredda, sia dall’interno che dall’esterno. La sola evacuazione avveniva per mezzo di clisteri. Il gonfiore e la sofferenza erano talmente gravi che certi giorni erano necessari numerosi clisteri per arrecare sollievo.

Nell’agosto del 1951, il fratello Branham doveva tenere una riunione in Erie, Pennsylvania. Il Signore mi parlò e mi disse: “Vai a quella riunione ed Io ti guarirò”.

In quel periodo vivevamo in Port Huron, Michigan, che era distante centinaia di miglia. Pareva pressoché impossibile per me di andarci, ma il Signore provvide una via e la forza per recarmici.

A quel tempo il fratello Branham faceva uso del segno nella sua mano. Egli mi disse che io avevo il cancro, poi pregò per me. Infine si rivolse a me e mi disse: “Figliuola, la tua fede ti ha sanata”. Sull’istante non sentii alcun speciale cambiamento però un’ora dopo ebbi la sensazione che qualcosa dentro di me scorreva e scivolava. Da quel giorno fino al presente mi sono sentita perfettamente normale. Sia lode al mio meraviglioso Signore e Salvatore Gesù Cristo.

Molti attestati e ragguagli possono essere forniti in merito alla mia guarigione.

IL POTENTE VINCITORE

Stasera voglio leggere dal libro dell’Apocalisse del Signore Gesù, al 6° capitolo i primi due versi:

Poi vidi quando l’Agnello ebbe aperto uno dei sette suggelli; e udii una delle quattro creature viventi, che diceva con voce come di tuono: Vieni.

E vidi, ed ecco un cavallo bianco; e colui che lo cavalcava aveva un arco; e gli fu data una corona, ed egli uscì da vincitore, e per vincere.

Il mio soggetto per alcuni minuti stasera sarà: Il Potente Vincitore. Credo con tutto il mio cuore che il Rapimento avrà luogo prima della Tribolazione. Ora ci sono molti insegnanti che non sono d’accordo con questo, io comunque che non ho istruzione, studio spesso la Bibbia nei simboli, e in che cosa consistono le ombre raffigurate dalle rappresentazioni simboliche. E se noi comprendiamo l’ombra di qualcosa in tal caso otteniamo una concezione generale di come appaia il positivo. Come il diluvio del tempo di Noè: non una goccia d’acqua era mai caduta finché Noè, e tutti coloro che sarebbero stati salvati dall’inondazione, erano all’interno dell’arca e le porte chiuse.

E noi vediamo che prima che un grumo infuocato potesse precipitare su Sodoma e Gomorra dal cielo, Lot doveva abbandonare la città ed essere libero dal giudizio che doveva abbattersi sulle due città - poiché il giusto giudice non avrebbe giudicato il giusto con l’ingiusto in quanto il credente è già stato giudicato quando Cristo venne giudicato al suo posto. Di conseguenza sarebbe ingiusto che lo Spirito Santo giudicasse di nuovo uno di noi dopo che Lui ha già accettato il nostro giudizio in Cristo.

Ora veniamo al nostro argomento del Potente Vincitore. L’uomo ama vincere, e vincere è una grande cosa. Un vincitore è uno che ha prevalso sul suo nemico - questa è la ragione per cui io credo che la Scrittura dica: “Noi siamo più che vincitori” visto che Egli ha già vinto per noi. Gli uomini in tali importanti occasioni, quando riescono a vincere, sovente tengono una grande celebrazione, in seguito.

Ci è stato detto che quando l’ultimo capo tedesco, Adolfo Hitler, conquistò la Francia, si pose a sedere sull’Arco di Trionfo ad osservare la sua grande armata che sfilava, i suoi carri armati passavano, e gli aeroplani rombavano sopra le teste al punto da oscurare il cielo. Ma… ciò non durò perché un uomo per essere un vincitore deve avere dei giusti obiettivi - se voi non agite con lealtà, perderete; non importa quanto siate vincitore.

Dovete essere leale affinché risultare vincitore. Nessun truffatore viene al gioco. Hitler invece non seguì mai le regole, intendeva avere tutto il potere per sé stesso, tutta la gloria per lui. Quindi il suo obiettivo era errato - e nessun uomo con gli identici motivi e modi di Hitler giungerà al termine, proprio come fece lui.

Ci è stato riferito che il grande Costantino quando era sulla sua strada verso Roma, ebbe un sogno poco prima che la battaglia avesse luogo. Era preoccupato quella sera prima d’andare a dormire a causa dell’esito della battaglia che egli si era prefissato di combattere in mattinata. Quella notte ebbe un sogno su una croce bianca, e una voce diceva: “Con questo segno vincerai”. Così nottetempo prese i suoi soldati e fece loro dipingere sui loro scudi una croce chiara, e vinse.

Sto adesso pensando a un altro uomo: alcuni anni fa stavo in Waterloo, Belgio, dove un uomo di nome Napoleone era andato incontro alla sua sconfitta nel sangue e nella disgrazia.

Mentre mi trovavo là, qualcuno mi diede un volumetto, e cominciai a leggere la storia di questo grande uomo. Era diventato un gran combattente e aveva conquistato l’intero mondo all’età di 33 anni. Tuttavia aveva pure lui dei cattivi obiettivi… bramava il potere per sé stesso, e voleva che tutti lo temessero. All’ètà di 33 anni il mondo al completo tremava al pensiero di Napoleone - era un uomo cattivo; un assassino. Aveva cominciato da proibizionista ed era morto alcolizzato. Non è possibile vincere con l’errore. Solo il giusto vincerà.

Non vincerete mai edificando una denominazione sopra l’altra - vincerete solamente quando lascerete cadere gli ostacoli, e permetterete allo Spirito Santo di farvi entrare nell’intero Corpo di Cristo.

Noi non vinceremo mai con intenti egoistici o interessati. Dio odia il peccato, ed Egli non lo lascerà mai trionfare sul male. Napoleone morì all’età di 33 anni come conquistatore del mondo, ma il peccato aveva conquistato lui - ci fu però un altro uomo che morì all’età di 33 anni il quale aveva vinto il mondo e conquistato l’inferno, vinto la morte e sopraffatto ogni nemico della razza umana. Questi era il nostro benedetto Signore Gesù, il Potente Vincitore. Egli non venne a vincere per Sé stesso - il Suo obiettivo fu di fare la volontà di Dio il Quale Lo aveva mandato. Egli non lottò per Sé: diede Sé stesso. Alla croce disse: “Potrei parlare a Mio Padre e immediatamente Mi invierebbe delle legioni di angeli”. Invece venne per vincere per la razza caduta di Adamo, e conquistò ogni nemico della razza caduta di Adamo, ed essi furono posti sotto i Suoi piedi.

Riesco a immaginare il Potente Vincitore, il nostro Signore, quando era qui mentre passava accanto a un uomo che era stato incatenato e legato dalla potenza del demonio. Nessun esercito poteva trattenerlo a causa della sua forza, e spesso egli faceva le catene a pezzi. Nessuno riusciva a sopraffarlo, e gli spiriti immondi l’avevano condotto via dagli uomini, e lui aveva fatto la sua residenza fra le tombe, e chiunque fosse passato da quelle parti, egli l’avrebbe vinto. Ma un giorno scendeva per la strada un piccolo uomo - di cui la Bibbia dice: “Non c’era bellezza alcuna per cui noi L’avessimo desiderato” - e quel demonio pensò: “Ecco l’occasione in cui vincerò quel piccolo individuo” - e quelli che possedevano l’uomo, lo spinsero sulla strada e Gli andarono incontro. Ma quando corsero verso di Lui per vincerLo, Egli alzò gli occhi e loro cambiarono tono. Invece di cercare di vincerLo dissero: “Tu santo di Dio, perché sei venuto a tormentarci prima che l’ora giunga?” Si rendevano conto che avevano incontrato il loro antagonista: il grande Potente Vincitore del cielo era là presente. Egli non era fisicamente abbastanza robusto da poter spezzare le catene; non era capace nel fisico di trattenere un uomo posseduto dal diavolo, però in Lui c’era la potenza dell’Iddio Onnipotente al quale i demoni dovevano piegarsi! E Lui vinse questo nemico per cui la futura razza d’Adamo che è legata da un tale spirito ha il privilegio di prendere il Nome di questo grande Potente Vincitore e cacciarlo via. Mi posso immaginare Lui, il nostro Potente Vincitore, mentre entra nella camera della suocera di Pietro, che giaceva ammalata con la febbre, Egli non proferì parola, solo Si fece avanti, le toccò la mano e la malattia fu sconfitta. Egli aveva vinto l’infermità per la razza d’Adamo. Un giorno quando il Suo amico del cuore era morto e Lui Si trovava distante quattro giorni di viaggio, a causa del tempo i vermi strisciavano attraverso tutto il suo corpo, e la mano che aveva stretto e le spalle che Egli aveva abbracciato adesso erano vinte dalla corruzione e dalla morte. Riesco a vederLo accanto a Lazzaro, i Suoi occhi pieni di lacrime mentre esclamava: “Lazzaro, vieni fuori!” e la corruzione rilasciò la sua vittima, e la morte liberò l’anima dell’uomo perché il Potente Vincitore aveva parlato. Questo Egli poté fare per tutti i figli d’Adamo. Sono oltremodo felice che Lui sia pure mio amico, perché un giorno, se Gesù tarda, quella è la condizione in cui tutti noi ci troveremo.

Una sera mentre Lui stava attraversando il mare, i possenti elementi terrestri divennero disubbidienti. Egli stava riposando sul fondo della piccola imbarcazione quando i venti si fecero violenti e sconvolsero grandemente il mare. Presto la barca prese molta acqua per cui i discepoli ebbero gran paura e si affrettarono a svegliarLo. Quando Si svegliò, li sgridò dicendo: “O voi di poca fede - dov’è la vostra fede?” In altre parole, “Mi avete visto fare tutte quelle cose giorno dopo giorno; avete visto il pazzo essere liberato, avete visto la febbre lasciare la suocera di Pietro, avete visto i morti risuscitare! Dov’è la vostra fede?” Allora Egli Si rizzò sulla barca, alzò lo sguardo e disse: “Taci! Calmati!” E tutte le onde si acquietarono come un bambino nelle braccia della propria madre. I venti e i flutti Gli obbedivano. Dall’altra parte del lago dove essi si stavano recando, viveva una piccola donna la quale aveva speso tutto il proprio denaro per essere guarita, e nonostante ciò soffriva ancora d’una perdita di sangue. I medici che le avevano preso il denaro avevano cercato di soccorrerla fedelmente con tutte le loro possibilità, ma sebbene facessero quanto era loro possibile, il suo flusso di sangue non cessava.

Essa aveva sentito dire che Gesù stava venendo per la sua direzione così si avviò verso la spiaggia - si aprì un varco a fatica attraverso la folla al punto che le forze stavano per abbandonarla. Ma la sua fede non si era proposto altro che toccare l’orlo della Sua veste, e lo fece. Per aver toccato il Potente Vincitore, il male che era riuscito a sconfiggere le medicine dei dottori, obbedirono alla volontà del Possente Conquistatore e l’emorragia cessò.

Vi ricordate quando la morte aveva colpito la casa di Iairo? La sua figlioletta dodicenne versava in gravissime condizioni, e andarono a pregare Gesù affinché venisse; ma allorché Lui era vicino all’abitazione di Iairo, dei messaggeri uscirono all’incontro, dicendo: “Non infastidite il Maestro perché la figliuola è già morta”. È tutto finito adesso - ecco la conclusione a cui noi certe volte arriviamo - pensiamo che non ci sia speranza. Ma Egli è ancora il Potente Vincitore - quando ogni speranza è scomparsa Egli è però il medesimo! Certo, quelli credevano che fosse tutto finito, invece i preziosi occhi del nostro Signore si voltarono verso Iairo e Lui disse: “Non temere, sol abbi fè, e vedrai la gloria del Signore”.

E Gesù entrò nella camera della morte dove soltanto la fine del tempo poteva svelare la conseguenza della figliuola di Iairo. Ma vi rendete conto che il Principio e la Fine stavano davanti a lei? E Lui la prese per mano e le disse: “Fanciulla, alzati”, la morte fu vinta ed essa si alzò e visse. Il più grande nemico che ci sia mai stato per gli uomini è la morte - e Lui andò al Calvario, un giorno, e là sulla croce riportò per tutto il genere umano la vittoria; Egli sconfisse il più grande nemico che l’uomo abbia mai avuto; vinse la morte, per tutti noi.

Poi quando Lui morì non fu la fine, Egli doveva essere ancora il Potente Vincitore, difatti la Bibbia riferisce che andò a predicare alle anime che erano in prigione, costoro avevano rigettato il messaggio di Enoc, e di Noè, e a quelli in Sodoma, e a coloro che avevano rigettato i profeti. Egli testimoniò loro che Lui era la risposta a ogni messaggio dei profeti, il Potente Vincitore, purtroppo essi erano passati al di là della vita e della morte e avevano oltrepassato la linea e il confine di separazione: per loro non c’era speranza. Egli Si addentrò nelle regioni del diavolo - dei demoni - e li disperse, andò proprio nello stesso abisso del più tenebroso inferno, ancora in esistenza benché il Suo corpo fosse immobile sulla croce. Egli era ancora il grande e Potente Vincitore, e dopo che sono passati 1900 anni Lui è tuttora il Potente Vincitore, e lo sarà in eterno.

Quando giunse alle stesse porte dell’inferno (ci serviremo adesso di un piccolo dramma) mi posso immaginare il diavolo precipitarsi fuori ed esclamare: “Così, alla fine Ti ho! Sei finalmente arrivato! Ho tentato di distruggere questa progenie nel corso del tempo. Ho creduto di averti quando ho annientato Abele; ed ero certo di riuscirci quando ho massacrato i profeti; e allorché ho decapitato Giovanni ero sicuro di averti. Ma ora eccoTi! Sei nel mio regno, e Ti trovi sotto il mio dominio, e poiché sei morto da peccatore, sei in mio potere!” Oh, mi pare di sentire Gesù che dice: “Satana, Io sono il Figlio di Dio nato da una vergine, il Mio Sangue è ancora fresco sulla croce, ho risposto ad ogni requisito per la razza caduta di Adamo, e sono venuto quaggiù a vincere e prendere possesso!” Raggiunse il diavolo, gli strappò le chiavi della morte e dell’inferno, le appese al Suo fianco, e fece precipitare il diavolo negli abissi da dove era venuto! Ancora il Potente Vincitore!

Egli fece ritorno sulla terra, trionfante sulla morte e sull’inferno, per ottener vittoria sul sepolcro. Ma mentre Lui saliva lungo dei grandi sentieri sentiva che venivano cantati degli inni, e Si rese conto d’essere vicino alle porte del Paradiso dove coloro che avevano dato retta al messaggio di Noè, e quelli che avevano accettato il messaggio dei profeti aspettavano, perché non potevano salire, in quanto sulla terra c’era un velo di peccato, sospeso, e il sangue di tori, capre e pecore non poteva espiare per l’essere umano. Perciò essi erano tenuti in un luogo chiamato Paradiso. C’era un velo di peccato sulla terra ed essi non potevano salire tranne che non Colui che era sceso.

Egli si diresse verso le porte del Paradiso e bussò leggermente. Padre Abrahamo apre la porta e rimane incantato per alcuni secondi, poi grida: “Sara, vieni qui un momento. Non è Lui lo stesso per il quale hai cotto delle schiacciate? Non è Colui che sedeva sotto la quercia quel giorno?” Sara risponde: “Questi è Colui che dava le spalle alla tenda e percepì i miei pensieri quando risi nel mio cuore dopo che Lui aveva detto che sarei stata incinta nella vecchiaia”. Gesù parlò e disse: “Figliuoli, sono venuto a prendervi, ho vinto quell’orribile cosa chiamata peccato”.

E proprio allora si appressò un uomo il quale dato uno sguardo al di sopra delle spalle di Abrahamo restò pure sbigottito!

Si trattava del profeta Daniele, ed esclamò: “Ecco la pietra che io vidi staccarsi dal monte senza opera di mano d’uomo la quale distrusse i regni del mondo”.

Proprio allora, salì un altro uomo - era il profeta Ezechiele, e quando vide Gesù esclamò: “Ecco la ruota che ho visto girare nell’aria”. Ciascuno Lo aveva visto nella forma con la quale era stato predicato. Poi tre uomini vennero di corsa e superarono velocemente Abrahamo per osservare il Signore - essi erano Sadrac, Mesac, Abednego, e gridarono e piansero ad alta voce: “Questo è l’uomo che stava con noi nella fornace ardente quando Nebucadnetsar ci aveva gettati in quel luogo”.

O amici miei, stasera abbiamo cantato di Lui, Lo abbiamo pregato e abbiamo raccontato la Sua storia a quasi tutta la terra, ma che cosa avverrà quando Lo vedremo come Rosa di Sharon, Giglio della Valle, come il più bello fra diecimila per le nostre anime, l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine, il Re della Gloria!

E il Signore disse loro: “SeguiteMi”, e cominciò ad andare verso l’alto con tutti i santi dell’Antico Testamento della terra, Egli li guidò, e col Suo vestimento immerso nel Suo proprio Sangue Egli vinse l’atmosfera di sopra. Benedetto sia il Suo nome! Egli squarciò la nebbia dell’inferno che avvolgeva la terra finché aprì uno spazio nel cielo affinché tutti i figliuoli perduti di Adamo potessero pregarvi attraverso per la vittoria. Egli conquistò le atmosfere, vinse il peccato, sconfisse la morte, l’inferno e il sepolcro, e Si levò trionfalmente - Si innalzò oltre le stelle più alte, oltre la luna e il sole assieme ai santi del Vecchio Testamento. Oh quale grandiosa marcia, sfilata, quella deve essere stata con il vero Vincitore! Dopo un po’ giunsero in vista di quella gloriosa Città, e Abrahamo disse a Sara: “Vieni qui, cara”, e lei chiamò Isacco perché venisse, Isacco chiamò Giacobbe Giacobbe chiamò Giuseppe, e mentre essi salivano accanto ad Abrahamo lui disse: “Quella è la Città che vidi il cui Architetto e Costruttore è Dio. Ho camminato sulla terra riguardando verso questa Città senza mai trovarla, ma adesso siamo nei pressi delle grandi porte”.

Sebbene fossero grandi uomini, era però necessario il Potente Vincitore per vincere il peccato e condurli a quella meravigliosa Città. La Luce dall’interno della Città era grande e splendente, le porte perlacee tutte risplendenti, e c’era là Gesù che marciava in prima linea. Ben presto tutti gli angeli discesero sulle sommità degli edifici ad ammirare i grandi eserciti che sfilavano. E mentre si avvicinarono, i santi dell’Antico Testamento diedero un gran grido: “Apritevi porte eterne, restate aperte e lasciate entrare il Re di gloria: il Potente Vincitore”.

Gli angeli gridarono di rimando: “Chi è questo Re di gloria?” E i santi dell’Antico Testamento esclamarono: “Il Signore degli eserciti, potente in battaglia”… e le porte si aprirono… e Lui sistemò all’ingresso la vecchia rozza croce così che ogni uomo o donna che passi attraverso quella porta dovrà chinarsi davanti a questa croce e riconoscerLo quale Potente Vincitore. E gli angeli, a migliaia, e diverse decine di migliaia, gridavano e giubilavano e lodavano il Signore come quel grande potente condottiero che aveva liberato dalla schiavitù, e aveva dato doni agli uomini, e sfilava per le strade di questa grande Città.

Non all’Arco di Trionfo come Adolfo Hitler, ma nei regni di gloria gli angeli cantavano e lodavano la Stella del Mattino mentre Lui si muoveva giù per le strade come un Potente Vincitore che aveva vinto i peccati del mondo, e prodotto la giustizia con trionfo. Attraversarono la Città finché giunsero al trono - là sul trono sedeva il possente Geova - e quando Gesù arrivò al trono Si piegò sulle ginocchia e disse: “Padre, ho compiuto questa opera che Tu Mi hai dato da fare: ho pagato il debito per il peccato, ho le chiavi di entrambi morte e inferno, e il Tuo nemico è sconfitto, e questi sono i Tuoi figliuoli che hanno atteso pazientemente quest’ora”. E vedo il Padre mentre Gli dice: “Sali qui sul mio trono, Figlio mio, e siediti finché non ho fatto di ogni nemico lo sgabello dei Tuoi piedi - ed ecco che Si siede, il Potente Vincitore! Confidando nella Sua Parola, credendo tutto ciò che dice, avendo fiducia in Lui come mio tutto, come mio respiro, come mia vita, come tutto quello che ho, stasera io mi arrendo pienamente a Lui - corpo, anima e spirito - aspettando la Sua seconda Venuta nella gloria. Quando sono triste confido in Lui, quando sono lieto confido in Lui, quando sono infermo confido in Lui, e quando sono perduto confido in Lui - qualunque cosa mi succeda io confido in Lui!

Mi viene in mente un piccolo incidente che mi capitò qualche tempo fa. Non ho mai detto questo in pubblico prima. Mi trovavo a caccia lassù sui monti Adirondack. Mia madre è in parte indiana ed io amo i boschi, sapete che anche nella mia conversione non ho mai tolto ciò - Amo i boschi e i monti, essi costituiscono il mio svago. E l’altro giorno dicevo a mia moglie: “Cara, Dio mi ha aiutato in tutto quello che ho fatto. Sono un povero pescatore, eppure ho battuto dei primati nazionali nei luoghi più misteriosi in cui un pescatore si sia mai trovato. È il Signore! Ho fatto dei tiri di 600 e 700 yarde (Una yarda misura all’incirca 91 centimetri. - Ed.) del tutto fuori discussione con un fucile “rifle”, ed ho colpito il bersaglio trentatré volte di fila quando non sono che un mediocre tiratore.

“Si tratta del Signore!” Mi ritenevo di essere un esperto abitatore dei boschi, tale da non potermi smarrire mai. Mi ero da poco sposato, e Billy era quindi un ragazzetto - sua madre era morta da almeno 5 anni - avevo preso Meda, mia moglie, e Billy il mio figliuolo, eravamo andati sugli Adirondack, e stavamo sotto una tettoia, io aspettavo il “ranger” (Nel Nord America, guardia forestale a cavallo. - Ed.) per salire, e dissi: “Credo che uscirò e mi procurerò della carne di cervo o di daino. Aspettatemi qui e quando il ranger arriverà, Meda, vi aprirà la capanna”. Così li lasciai sotto la tettoia e mi inoltrai per i boschi. Attraversai i monti - avevo immaginato di conoscere gli Adirondack così bene da distinguere ogni albero - però quando voi giungete in un posto in cui pensate di sapere qualcosa, in tal caso non sapete tutto quello che dovreste conoscere. Mi cacciai nella foresta più profonda, seguendo ora questa, ora quella traccia.

Alla fine raggiunsi il grosso cervo di cui avevo seguito le orme, e gli sparai. Era presto ma quasi l’ora di fare ritorno, poiché avevo promesso a Meda che sarei ritornato alle due, perciò preparai il mio cervo e mi diressi verso la casupola. Mentre mi avviavo notai che la nebbia si riversava sulla valle, e nevicava, ma continuai ad andare avanti. Infine, dopo parecchio tempo ritornai al mio cervo. Questo mi preoccupò però ripartii, e ancora una volta incontrai la mia selvaggina. Gli indiani chiamano ciò: “Il cammino della morte”, in quanto voi camminate in circolo. Stavolta però i venti rinforzarono, e tutti sanno che nei monti quando scende la nebbia vi è possibile vedere a stento la vostra mano che vi sta davanti, e l’unica cosa da fare è d’entrare da qualche parte, rintanarvi in un buco, prendere qualcosa da mangiare se riuscite a trovarla, e restarvene là finché non sia passato. Io invece non potevo farlo, avevo una moglie e un bambino in quei boschi e sarebbero periti in quella tempesta, quindi non avrei potuto farlo.

Dovetti ritentare e dopo che ero andato tanto lontano quanto pensavo di dover andare, mi dissi: “Ebbene, mi sono perduto!” Poi pensai: “Aspetta un minuto Bill Branham, tu non sei perduto, solo pensi di esserlo. Siediti un istante e medita sulla situazione”. E mentre mi apprestavo a sedermi, la neve fischiava e il vento piegava gli alberi e li abbatteva, ma io riandavo col pensiero a mia moglie e al mio bambino. Meda non era mai uscita dalla città in vita sua tranne che non fosse per andare in campagna e ritornare. 

Che cosa avrebbe ella fatto se mi fossi perso sui monti? Sarebbe uscita fuori di sé e sarebbe morta prima di mattina, lei e il mio piccolo. Comunque mi dicevo: “Oh, tu un esperto uomo di boschi ti sei perso! Ora tu sai che l’istinto ti dice di andare diritto in questa direzione, perché il vento ti veniva in faccia quando hai risalito la collina e la discesa della collina deve trovarsi alle tue spalle”. Pertanto ripartii e mentre lo facevo cominciai a parlare: “Io sono un aiuto sempre presente in tempo di distretta”. Dicevo: “Mi pare di essere fuori di me, posso udire una Voce che mi parla”. Scossi il mio capo e mi dissi: “Avanti ragazzo, riprendi animo, continua a proseguire, ti stai dirigendo proprio al tuo campo”. Ma mi sbagliavo stavo andando direttamente in Canada, senza saperlo, e quella Voce continuava a dire: “Io sono il Signore, sono un aiuto sempre presente in tempo di distretta”. Ed Essa mi parlava sempre più profonda dentro di me finché alla fine mi fermai e appoggiai il fucile contro un albero, deposi per terra il mio cappello da caccia, mi inginocchiai e dissi: “Signore, non sono un uomo di boschi - sono un misero, disgraziato ragazzo, e mi sono perso! Non sono degno di vivere, ma Ti prego abbi pietà di mia moglie e del mio figliuoletto”. Credevo di poter vincere qualsiasi tempesta, di poter vincere ogni bosco, invece scoprii che non ero un vincitore, e mentre pregavo mi sentii molto meglio. Mi alzai e ripartii ancora una volta, e mentre lo facevo sentii il Potente Vincitore mettere la Sua mano sulla mia spalla e mi fermai, intimorito, avevo pensato che fossi solo per i boschi. Mi voltai per vedere Chi mi aveva messo una mano sulla spalla, ma non c’era nessuno - tuttavia come guardai all’indietro vidi la torre sul monte, un luogo di riferimento di cui mi sono sempre servito in quei boschi. I ranger ed io avevamo istallato un telefono su quella torre, ed io lo sapevo ben usare poiché avevo collaborato nel metterlo. Rivolgendo di nuovo lo sguardo a quella torre, mi resi conto che ero andato incontro alla mia morte, senza saperlo, ma Lui è “Un aiuto sempre presente in tempo di distretta”. Che cosa era successo? La sua potente Mano aveva tolto di mezzo la neve per permettermi di vedere la torre! Si trattava di Colui che aveva vinto il vento e le onde per i Suoi discepoli; e adesso stava vincendo questa tempesta per me, fermando una possente bufera per salvare quel miserabile perduto che io sono. 

Mi posi in direzione della torre, e continuai a proseguire diritto - si era fatto molto buio ma non tolsi il mio volto della direzione della torre. Sapevo che ora avrei dovuto toccare il filo metallico che andava dalla torre alla capanna, e accanto alla capanna c’era la tettoia dove avrei trovato mia moglie e mio figlio. Così camminavo e continuavo a cantare: “Confido nel mio Signore, sto sulla Sua Parola”, e pensavo: “Oh, se solo potessi toccare quel filo metallico telefonico”, e continuavo ad andare avanti camminando con le mani alzate nell’aria in modo che se vi passavo sotto, l’avrei toccato. Avevo quasi abbandonato le speranze quando la mia mano urtò qualcosa - era il filo metallico!

Non sciolsi il filo, gettai giù il fucile, mi tolsi il cappello, e là nell’oscurità piansi come un bambino perché capii che Dio mi aveva soccorso, e al termine di quel filo mia moglie e il mio bambino mi aspettavano. Mi tenni aggrappato al filo metallico per tutto il tragitto sul monte e fui condotto in salvo ai miei cari. 

Fratello, un giorno quando mi ero perduto in un modo peggiore di quello, sentii una Voce parlarmi e dire: “Io sono ancora il Potente Vincitore che può purificarti da tutti i tuoi peccati”, e affidai la mia mano alla potenza dell’Onnipotente Iddio che mi scosse dalla testa ai piedi, completamente. Io terrò la mia mano sulla Sua, perché alla fine di questa strada il mio Salvatore e i miei cari, mi aspettano.

Mi aggrapperò al filo che conduce dalla croce alla gloria, e confiderò in Lui finché avrò vita, giacché Egli ha vinto tutti i miei nemici, ha conquistato tutte le mie infermità, ha prevalso sui miei peccati, e mi ha reso “Più che vincitore in Gesù Cristo”. Il Quale ha conquistato tutto per me.

Oh, amico peccatore, se tu sei perduto - se hai bisogno di tenere la Sua mano affinché ti guidi in salvo - il tempo è ora!

Le tempeste di questa vita ti coglieranno e sarai perduto per sempre - distenditi e tieniti stretto a lui mentre chiniamo i nostri capi e preghiamo…

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Il mio sincero apprezzamento a Leo Mercier e ai direttori per il loro lavoro e la buona volontà di operare con me nel presentarvi questo opuscolo, per il quale io prego che sia una benedizione per voi e vi faccia andare avanti nel Regno di Dio.

William Branham

DALLA SIGNORINA: ROSELLA GRIFFITH DI JOLIET, ILLINOIS

Mi piacerebbe dare qui la mia testimonianza, perché Gesù disse: “Andate e siate Miei testimoni”… e noi vinciamo per il Sangue dell’Agnello, e per la parola della nostra testimonianza.

Potrei non darvi una simile testimonianza se fossi nel mio vecchio “io”, ma non lo sono, sono in Cristo Gesù.

Sono solo una fanciulla, e per quanto riesco a ricordare ho continuato a cercare qualcosa che mi rendesse felice. Continuavo a cercare qualche cosa senza sapere che cosa. Ricercavo pace e gioia. Avevo dovuto giocare con gli altri bambini nelle vicinanze, e ciò sembrò non andar bene. Da piccola fui mandata alla chiesa Metodista nella nostra piccola città nel Southern Illinois.

Quando avevo l’età di 6 anni, andai con mia nonna ad un risveglio, e mi inginocchiai sulla corsia piena di segatura per dare il mio cuore a Gesù, ma nessuno mi aiutò. Avevo paura di non vivere per Lui. Mi recavo alla scuola domenicale, in chiesa, ed in estate frequentavo il campeggio dei giovani della nostra chiesa, ma nonostante tutto questo, io non conoscevo Gesù Cristo come mio Salvatore. … (Conoscevo delle storie su Gesù, ma allora in realtà non Lo conoscevo).

In seguito ci trasferimmo in un’altra città, e dopo essermi laureata, presi a lavorare in un ufficio, 6 e 7 giorni alla settimana, secondo il turno. Così quando le ragazze avevano un pomeriggio libero, uscivamo insieme. Tante volte ci recavamo a Chicago. Credevamo di divertirci. Andavamo a ballare, ed è inutile dire che bevevamo. Esse potevano smettere di bere quando volevano ma io no, perché ordinavo dei bicchierini di liquore in più rispetto a loro. Non ero immorale, ma Dio dice che un peccato è uguale a un altro ai Suoi occhi. Mi irritavo del fatto che ero costretta a fare qualcosa al di là della mia volontà. Nell’anno 1949 seppi che ero una inveterata alcolizzata (non volevo ammetterlo neppure a me stessa). Ero all’ultimo gradino della scala e sembrava che non ci fosse speranza per me. I miei genitori desideravano aiutarmi, però non sapevano come lottare, perché nessuno di essi beveva. Nel mio cuore volevo essere libera, e mi sforzavo con ogni cosa di tenere la mia mente lontano dal bere, ma ciò non tolse l’abitudine.

Alla fine decisi di provare ad andare all’Anonima Alcolizzati, pensando che mi potessero aiutare. Non ero in realtà felice in questa organizzazione, sebbene stessi senza bere per nove mesi a causa dei loro incontri. Pregavo ogni giorno nel fondo del mio letto, affinché Dio mi mantenesse astemia. Egli mi manteneva astemia però io non ero felice né libera.

Prima di far parte dell’Anonima Alcolizzati, ero entrata e uscita dagli ospedali, al punto che si erano stancati di occuparsi di me. Mi recai in un ospedale per alcolizzati in Chicago, dove spesi un’enorme somma per 5 giorni, i miei genitori non erano benestanti e i conti dell’ospedale e dei medici si sommavano.

In questo periodo della mia vita, ero molto debole, avevo perduto peso ed ero in uno stato miserevole. Cinque dottori mi abbandonarono del tutto, uno mi disse che fra sei mesi sarei entrata in manicomio. I vicini mi avevano abbandonata, i ministri non sapevano che cosa fare. Un ministro venne da me e cercò di ragionare con le Scritture. Ciò di cui avevo bisogno era di qualcuno che avesse potuto operare come i discepoli, comandando al demonio dell’alcool di andarsene nel Nome di Gesù Cristo.

Mio padre aveva detto a mia madre che smettesse di pregare per me, dato che io non sarei cambiata, ma lei non gli diede ascolto, perché sosteneva che forse sarei cambiata, sapeva che Dio era in grado di cambiarmi. Mia madre mi portò una pelliccia, pensando che non avrei sentito freddo. Ritagliai le tasche della pelliccia e vi misi delle bottiglie tutto intorno alla fodera di esso.

Sono così lieta che mia madre mi sia stata vicina, e si sia aggrappata alla Parola di Dio quando tutto diceva che non avrei potuto essere diversa. Anche se avevo gettato il disonore su di lei ed essa non capisse perché agivo in quel modo, restò però con me. Quando finivo di bere da una tazza o un bicchiere, lo scuotevo, e lo leccavo come un cagnolino. Diventai cattolica per cercare la pace della mente, sebbene non vi credessi. Mi dicevano che avevo bisogno di aiuto, però non mi indicavano Cristo. Tutto e tutti, ognuno tranne mia madre sulla terra mi avevano abbandonato come se fossi senza speranza. Quando mi aggravai, mia madre mi vide in visione come se fossi salvata.

Essa credeva in Dio, perché Dio le aveva mostrato una visione, piuttosto che credere in cinque dottori terrestri, più tardi questa visione fu adempiuta. Quando fui grave, alla fine, un medico attese tutta la notte ai piedi del letto, perché esalassi il mio ultimo respiro. Sono assai felice che ci fosse un Dottore più grande di quello che stava là, il quale sapeva che non sarei morta, ma sarei vissuta per glorificare il Suo Nome. Gesù diceva: “Il ladro viene per cercare di rovinare e distruggere, ma Io sono venuto affinché possiate avere vita e vita in abbondanza”.

Ricercando a tastoni un raggio di luce mentre la vita si faceva sempre più buia, alcune persone mi parlarono di una riunione in Hammond, Indiana, dove un profeta di Dio, il Rev. William Branham, pregava per i malati, dove gli zoppi camminavano, i ciechi venivano guariti, il cancro era sanato e venivano compiuti dei miracoli nel Nome di Cristo. Mi aggrappai a queste parole, perché pensavo che se queste persone potessero essere guariti, allora anche io potevo esserlo. Mi recai alla riunione il terzo giorno dopo che mi avevano parlato di tali convegni. Mia madre, un suo amico ed io andammo al Centro Civico quel giorno dell’11 luglio 1952, dove doveva essere tenuto l’incontro.

Notai delle persone cantare e lodare Iddio. Riflettei che indubbiamente erano felici. Le guardavo dall’angolo dei miei occhiali per vedere come si comportavano, e pensavo che sarei stata con loro se avessi potuto trovare aiuto. In seguito dovevo scoprire che c’è una vera gioia nel servire Gesù Cristo. Non meraviglia che essi fossero tanto felici. Ritornammo dopo la riunione del pomeriggio, e ottenni un biglietto di preghiera. Una cosa che ricordo della riunione era come essi mettevano in rilievo che “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno”. Non conoscevo nessun passo scritturale per la guarigione, essendo stata allevata in una chiesa modernistica, pensavo soltanto che se Dio aveva creato l’universo e compiuto tutti i Suoi prodigi e aveva fatto me, allora sarebbe stata una cosa da nulla per Lui guarire il mio corpo. Chinai il mio capo e chiesi a Dio se era la Sua volontà di guarirmi. Questo fu tutto ciò che dissi. Non sapevo che la Bibbia dice: “Per le Sue lividure noi siamo sanati”. Ebbi un biglietto di preghiera.

Il fratello Branham venne e predicò. Dopo il servizio di predicazione il fratello Branham chiamò J 25 - J 50 cioè i biglietti di preghiera, il mio era il J 27, sapevo che se stavo di fronte a questo uomo di Dio, sarei stata sanata.

Quando entrai nella fila, il fratello Branham disse che mi vedeva nelle tenebre. Disse: “Credi nel Profeta di Dio?” “Sì”, risposi. Il fratello Branham proseguì: “Se Dio mi rivela ciò che ti è avvenuto, e se Gesù ti sana, Lo servirai per il resto della tua vita?” “Sì”, dissi io. Il fratello Branham disse all’auditorio di chinare il capo, e pose la sua mano sul mio capo, sgridò il diavolo dell’alcool dalla mia vita, nel Nome del Signore Gesù Cristo, ed io lasciai il palco libera. Sentivo così meraviglioso di sapere che per la prima volta in vita mia ero libera!

“Chi il Figliuolo libera è libero davvero”. Gesù Cristo guarì il mio corpo nel giro di secondi, dove per chiunque altro ero stata un problema. Sia lode al Suo santo Nome.

Una signora venne verso di me, e mi disse che si sentiva molto dispiaciuta per me, io le dissi che non doveva esserlo perché Gesù aveva appena guarito il mio corpo, e stavo benissimo. Essa mi domandò di chiamare la sua figliuola ed io le chiesi per tre volte che cosa c’era che in lei non andava. Mi rispose che era una drogata. L’FBI non poteva trovarla da tanti mesi, ma ora era ritornata a casa. Era una ballerina, aveva danzato con Fblack Astaire, e aveva bisogno di aiuto. Ebbene essa mi diede il suo numero telefonico e mi disse di telefonarle. Avevo perduto un buon lavoro. La gente mi diceva di non telefonarle, anche mia madre, ed io ero confusa. Quella sera andando a casa da Hammond, Indiana, dopo che ero stata sanata, ci fermammo per un caffè o un gelato (non chiedetemi ciò che mangiai perché non lo ricordo, ero troppo sconvolta). Quella notte andai a Dio, chiedendoGli di mostrarmi se ero salvata, perché sapevo d’essere sanata. Chiesi a Dio di perdonarmi ogni peccato che avevo commesso contro di Lui perché ne ero dispiaciuta. Attesi circa 10 minuti, e giacendo sul mio letto con le braccia distese la mia anima lasciò il mio corpo, andando verso il soffitto, e ne ebbi timore.

Chiamai mia madre e lei disse che ero salvata. Ne fui felice.

Il mattino seguente dopo essere stata salvata e guarita, mi alzai, mangiai, e dissi a mia madre che sentivo un forte bisogno di telefonarle a quella ragazza. Mi recai al telefono e parlai 45 minuti con questa ragazza. Essa trovata ogni scusa per non venire alla riunione, e poi mi domandò come sapevo che ero stata guarita. Le dissi che avevamo provato tutto, così abbiamo cercato il Signore Gesù. Mi recai alla riunione il giorno dopo e la incontrai.

Aveva un biglietto di preghiera, e il suo numero era stato chiamato. Mi chiese di accompagnarla nella fila, e lo feci, allora mi domandò che doveva fare. Le dissi di dimenticare tutto e credere solo in Gesù. Essa era l’ultima della fila, e il fratello Branham pregò per lei. Gesù la sanò, e quanto siamo felici quando ci incontrammo, le lacrime scorrevano per le nostre guance, sapevamo che era stata la potenza di Dio a liberarci. Quant’è meraviglioso servire Cristo! Il Signore è meraviglioso! Non c’è nulla di troppo difficile per Dio. Una settimana dopo essere stata salvata e guarita, andai alla riunione. (Ci andai per ogni giorno fino alla fine delle riunioni). Insieme a me, mia madre e mio padre, c’era un uomo alcolizzato. Dopo che il fratello Branham ebbe pregato, chiamò i biglietti di preghiera. Mio padre aveva il biglietto di preghiera R 60. Un numero troppo alto perché fosse chiamato, così chinai il mio capo e pregai.

Chiesi a Dio di guarire l’alcolizzato come Lui ha fatto con me. 

Chiesi inoltre di sanare il mio babbo e di salvarlo. Il fratello Branham si girò e disse: “La ragazza lassù sulla balconata è stata guarita una settimana fa dello stesso male vostro, signore. Essa prega per voi, e prega pure per qualcun altro. Si tratta di suo padre. Fatelo alzare; mettete la vostra mano sul suo capo; fate in modo da accettare tramite l’udito, la salvezza. Ho sempre pregato, prima, poi chiesi di passare le mie vacanze nelle riunioni del fratello Branham. Ogni volta che ci sono andata ho trovato aiuto. Mi sento privilegiata ad aver partecipato a così tante riunioni, e ringrazio veramente Iddio. Dio ha sorriso alla mia vita. Mio padre cominciò a frequentare la Scuola Domenicale e ad andare in chiesa con me e mia madre, e veramente ho una vita nuova in Cristo. II Corinzi 5:17: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, son diventate nuove”.

Lasciate che vi dica una cosa: non ho mai più desiderato bere da quella sera dell’11 luglio 1952. Il Signore mi tolse pure il vizio del fumo. Così ora frequento le riunioni nelle carceri per cercare di vincere anime per Cristo, anche nelle missioni. Vado nelle piccole e nelle grandi assemblee, ovunque mi è possibile testimonio di Cristo, perché Lui ha fatto tanto per me. Non potrei mai ringraziarLo abbastanza. La Bibbia dice: “Chi ascolta le Mie Parole e crede a Colui che Mi ha mandato ha Vita Eterna, non sarà condannato ma passerà dalla morte alla Vita”.

Non potrei testimoniare alla gente come faccio ora, se fossi nel mio vecchio io, perché ne avrei vergogna, ma non sono più nel mio vecchio io, sono in Cristo. Gesù disse: “Perché Io vivo voi vivrete”. 

Sono molto lieta di avere una madre Cristiana che non mi ha abbandonata, anche se i vicini si facevano beffe di lei, ecc.

Ma adesso la nostra casa è un luogo felice. Sono molto riconoscente che Gesù dica: “Io sono venuto per liberare”. Veramente ringrazio Dio per la Sua misericordia e il Suo amore verso di me.

Dio ha udito le preghiere di mia madre, ha visto il mio cuore sincero, perché volevo essere liberata, ed ha inviato il Suo profeta, il Rev. William Branham ad Hammond, Indiana, per portare Cristo nella mia vita. Veramente, ho il più grande rispetto Cristiano e amore per il fratello Branham; egli è un vero profeta di Dio.

Sono tanto riconoscente che Gesù mi abbia vista e capita, ed ha compreso che desideravo essere libera. Sia lode al Suo Nome.