DALLA SIGNORINA: ROSELLA GRIFFITH DI JOLIET, ILLINOIS

Mi piacerebbe dare qui la mia testimonianza, perché Gesù disse: “Andate e siate Miei testimoni”… e noi vinciamo per il Sangue dell’Agnello, e per la parola della nostra testimonianza.

Potrei non darvi una simile testimonianza se fossi nel mio vecchio “io”, ma non lo sono, sono in Cristo Gesù.

Sono solo una fanciulla, e per quanto riesco a ricordare ho continuato a cercare qualcosa che mi rendesse felice. Continuavo a cercare qualche cosa senza sapere che cosa. Ricercavo pace e gioia. Avevo dovuto giocare con gli altri bambini nelle vicinanze, e ciò sembrò non andar bene. Da piccola fui mandata alla chiesa Metodista nella nostra piccola città nel Southern Illinois.

Quando avevo l’età di 6 anni, andai con mia nonna ad un risveglio, e mi inginocchiai sulla corsia piena di segatura per dare il mio cuore a Gesù, ma nessuno mi aiutò. Avevo paura di non vivere per Lui. Mi recavo alla scuola domenicale, in chiesa, ed in estate frequentavo il campeggio dei giovani della nostra chiesa, ma nonostante tutto questo, io non conoscevo Gesù Cristo come mio Salvatore. … (Conoscevo delle storie su Gesù, ma allora in realtà non Lo conoscevo).

In seguito ci trasferimmo in un’altra città, e dopo essermi laureata, presi a lavorare in un ufficio, 6 e 7 giorni alla settimana, secondo il turno. Così quando le ragazze avevano un pomeriggio libero, uscivamo insieme. Tante volte ci recavamo a Chicago. Credevamo di divertirci. Andavamo a ballare, ed è inutile dire che bevevamo. Esse potevano smettere di bere quando volevano ma io no, perché ordinavo dei bicchierini di liquore in più rispetto a loro. Non ero immorale, ma Dio dice che un peccato è uguale a un altro ai Suoi occhi. Mi irritavo del fatto che ero costretta a fare qualcosa al di là della mia volontà. Nell’anno 1949 seppi che ero una inveterata alcolizzata (non volevo ammetterlo neppure a me stessa). Ero all’ultimo gradino della scala e sembrava che non ci fosse speranza per me. I miei genitori desideravano aiutarmi, però non sapevano come lottare, perché nessuno di essi beveva. Nel mio cuore volevo essere libera, e mi sforzavo con ogni cosa di tenere la mia mente lontano dal bere, ma ciò non tolse l’abitudine.

Alla fine decisi di provare ad andare all’Anonima Alcolizzati, pensando che mi potessero aiutare. Non ero in realtà felice in questa organizzazione, sebbene stessi senza bere per nove mesi a causa dei loro incontri. Pregavo ogni giorno nel fondo del mio letto, affinché Dio mi mantenesse astemia. Egli mi manteneva astemia però io non ero felice né libera.

Prima di far parte dell’Anonima Alcolizzati, ero entrata e uscita dagli ospedali, al punto che si erano stancati di occuparsi di me. Mi recai in un ospedale per alcolizzati in Chicago, dove spesi un’enorme somma per 5 giorni, i miei genitori non erano benestanti e i conti dell’ospedale e dei medici si sommavano.

In questo periodo della mia vita, ero molto debole, avevo perduto peso ed ero in uno stato miserevole. Cinque dottori mi abbandonarono del tutto, uno mi disse che fra sei mesi sarei entrata in manicomio. I vicini mi avevano abbandonata, i ministri non sapevano che cosa fare. Un ministro venne da me e cercò di ragionare con le Scritture. Ciò di cui avevo bisogno era di qualcuno che avesse potuto operare come i discepoli, comandando al demonio dell’alcool di andarsene nel Nome di Gesù Cristo.

Mio padre aveva detto a mia madre che smettesse di pregare per me, dato che io non sarei cambiata, ma lei non gli diede ascolto, perché sosteneva che forse sarei cambiata, sapeva che Dio era in grado di cambiarmi. Mia madre mi portò una pelliccia, pensando che non avrei sentito freddo. Ritagliai le tasche della pelliccia e vi misi delle bottiglie tutto intorno alla fodera di esso.

Sono così lieta che mia madre mi sia stata vicina, e si sia aggrappata alla Parola di Dio quando tutto diceva che non avrei potuto essere diversa. Anche se avevo gettato il disonore su di lei ed essa non capisse perché agivo in quel modo, restò però con me. Quando finivo di bere da una tazza o un bicchiere, lo scuotevo, e lo leccavo come un cagnolino. Diventai cattolica per cercare la pace della mente, sebbene non vi credessi. Mi dicevano che avevo bisogno di aiuto, però non mi indicavano Cristo. Tutto e tutti, ognuno tranne mia madre sulla terra mi avevano abbandonato come se fossi senza speranza. Quando mi aggravai, mia madre mi vide in visione come se fossi salvata.

Essa credeva in Dio, perché Dio le aveva mostrato una visione, piuttosto che credere in cinque dottori terrestri, più tardi questa visione fu adempiuta. Quando fui grave, alla fine, un medico attese tutta la notte ai piedi del letto, perché esalassi il mio ultimo respiro. Sono assai felice che ci fosse un Dottore più grande di quello che stava là, il quale sapeva che non sarei morta, ma sarei vissuta per glorificare il Suo Nome. Gesù diceva: “Il ladro viene per cercare di rovinare e distruggere, ma Io sono venuto affinché possiate avere vita e vita in abbondanza”.

Ricercando a tastoni un raggio di luce mentre la vita si faceva sempre più buia, alcune persone mi parlarono di una riunione in Hammond, Indiana, dove un profeta di Dio, il Rev. William Branham, pregava per i malati, dove gli zoppi camminavano, i ciechi venivano guariti, il cancro era sanato e venivano compiuti dei miracoli nel Nome di Cristo. Mi aggrappai a queste parole, perché pensavo che se queste persone potessero essere guariti, allora anche io potevo esserlo. Mi recai alla riunione il terzo giorno dopo che mi avevano parlato di tali convegni. Mia madre, un suo amico ed io andammo al Centro Civico quel giorno dell’11 luglio 1952, dove doveva essere tenuto l’incontro.

Notai delle persone cantare e lodare Iddio. Riflettei che indubbiamente erano felici. Le guardavo dall’angolo dei miei occhiali per vedere come si comportavano, e pensavo che sarei stata con loro se avessi potuto trovare aiuto. In seguito dovevo scoprire che c’è una vera gioia nel servire Gesù Cristo. Non meraviglia che essi fossero tanto felici. Ritornammo dopo la riunione del pomeriggio, e ottenni un biglietto di preghiera. Una cosa che ricordo della riunione era come essi mettevano in rilievo che “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno”. Non conoscevo nessun passo scritturale per la guarigione, essendo stata allevata in una chiesa modernistica, pensavo soltanto che se Dio aveva creato l’universo e compiuto tutti i Suoi prodigi e aveva fatto me, allora sarebbe stata una cosa da nulla per Lui guarire il mio corpo. Chinai il mio capo e chiesi a Dio se era la Sua volontà di guarirmi. Questo fu tutto ciò che dissi. Non sapevo che la Bibbia dice: “Per le Sue lividure noi siamo sanati”. Ebbi un biglietto di preghiera.

Il fratello Branham venne e predicò. Dopo il servizio di predicazione il fratello Branham chiamò J 25 - J 50 cioè i biglietti di preghiera, il mio era il J 27, sapevo che se stavo di fronte a questo uomo di Dio, sarei stata sanata.

Quando entrai nella fila, il fratello Branham disse che mi vedeva nelle tenebre. Disse: “Credi nel Profeta di Dio?” “Sì”, risposi. Il fratello Branham proseguì: “Se Dio mi rivela ciò che ti è avvenuto, e se Gesù ti sana, Lo servirai per il resto della tua vita?” “Sì”, dissi io. Il fratello Branham disse all’auditorio di chinare il capo, e pose la sua mano sul mio capo, sgridò il diavolo dell’alcool dalla mia vita, nel Nome del Signore Gesù Cristo, ed io lasciai il palco libera. Sentivo così meraviglioso di sapere che per la prima volta in vita mia ero libera!

“Chi il Figliuolo libera è libero davvero”. Gesù Cristo guarì il mio corpo nel giro di secondi, dove per chiunque altro ero stata un problema. Sia lode al Suo santo Nome.

Una signora venne verso di me, e mi disse che si sentiva molto dispiaciuta per me, io le dissi che non doveva esserlo perché Gesù aveva appena guarito il mio corpo, e stavo benissimo. Essa mi domandò di chiamare la sua figliuola ed io le chiesi per tre volte che cosa c’era che in lei non andava. Mi rispose che era una drogata. L’FBI non poteva trovarla da tanti mesi, ma ora era ritornata a casa. Era una ballerina, aveva danzato con Fblack Astaire, e aveva bisogno di aiuto. Ebbene essa mi diede il suo numero telefonico e mi disse di telefonarle. Avevo perduto un buon lavoro. La gente mi diceva di non telefonarle, anche mia madre, ed io ero confusa. Quella sera andando a casa da Hammond, Indiana, dopo che ero stata sanata, ci fermammo per un caffè o un gelato (non chiedetemi ciò che mangiai perché non lo ricordo, ero troppo sconvolta). Quella notte andai a Dio, chiedendoGli di mostrarmi se ero salvata, perché sapevo d’essere sanata. Chiesi a Dio di perdonarmi ogni peccato che avevo commesso contro di Lui perché ne ero dispiaciuta. Attesi circa 10 minuti, e giacendo sul mio letto con le braccia distese la mia anima lasciò il mio corpo, andando verso il soffitto, e ne ebbi timore.

Chiamai mia madre e lei disse che ero salvata. Ne fui felice.

Il mattino seguente dopo essere stata salvata e guarita, mi alzai, mangiai, e dissi a mia madre che sentivo un forte bisogno di telefonarle a quella ragazza. Mi recai al telefono e parlai 45 minuti con questa ragazza. Essa trovata ogni scusa per non venire alla riunione, e poi mi domandò come sapevo che ero stata guarita. Le dissi che avevamo provato tutto, così abbiamo cercato il Signore Gesù. Mi recai alla riunione il giorno dopo e la incontrai.

Aveva un biglietto di preghiera, e il suo numero era stato chiamato. Mi chiese di accompagnarla nella fila, e lo feci, allora mi domandò che doveva fare. Le dissi di dimenticare tutto e credere solo in Gesù. Essa era l’ultima della fila, e il fratello Branham pregò per lei. Gesù la sanò, e quanto siamo felici quando ci incontrammo, le lacrime scorrevano per le nostre guance, sapevamo che era stata la potenza di Dio a liberarci. Quant’è meraviglioso servire Cristo! Il Signore è meraviglioso! Non c’è nulla di troppo difficile per Dio. Una settimana dopo essere stata salvata e guarita, andai alla riunione. (Ci andai per ogni giorno fino alla fine delle riunioni). Insieme a me, mia madre e mio padre, c’era un uomo alcolizzato. Dopo che il fratello Branham ebbe pregato, chiamò i biglietti di preghiera. Mio padre aveva il biglietto di preghiera R 60. Un numero troppo alto perché fosse chiamato, così chinai il mio capo e pregai.

Chiesi a Dio di guarire l’alcolizzato come Lui ha fatto con me. 

Chiesi inoltre di sanare il mio babbo e di salvarlo. Il fratello Branham si girò e disse: “La ragazza lassù sulla balconata è stata guarita una settimana fa dello stesso male vostro, signore. Essa prega per voi, e prega pure per qualcun altro. Si tratta di suo padre. Fatelo alzare; mettete la vostra mano sul suo capo; fate in modo da accettare tramite l’udito, la salvezza. Ho sempre pregato, prima, poi chiesi di passare le mie vacanze nelle riunioni del fratello Branham. Ogni volta che ci sono andata ho trovato aiuto. Mi sento privilegiata ad aver partecipato a così tante riunioni, e ringrazio veramente Iddio. Dio ha sorriso alla mia vita. Mio padre cominciò a frequentare la Scuola Domenicale e ad andare in chiesa con me e mia madre, e veramente ho una vita nuova in Cristo. II Corinzi 5:17: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie son passate: ecco, son diventate nuove”.

Lasciate che vi dica una cosa: non ho mai più desiderato bere da quella sera dell’11 luglio 1952. Il Signore mi tolse pure il vizio del fumo. Così ora frequento le riunioni nelle carceri per cercare di vincere anime per Cristo, anche nelle missioni. Vado nelle piccole e nelle grandi assemblee, ovunque mi è possibile testimonio di Cristo, perché Lui ha fatto tanto per me. Non potrei mai ringraziarLo abbastanza. La Bibbia dice: “Chi ascolta le Mie Parole e crede a Colui che Mi ha mandato ha Vita Eterna, non sarà condannato ma passerà dalla morte alla Vita”.

Non potrei testimoniare alla gente come faccio ora, se fossi nel mio vecchio io, perché ne avrei vergogna, ma non sono più nel mio vecchio io, sono in Cristo. Gesù disse: “Perché Io vivo voi vivrete”. 

Sono molto lieta di avere una madre Cristiana che non mi ha abbandonata, anche se i vicini si facevano beffe di lei, ecc.

Ma adesso la nostra casa è un luogo felice. Sono molto riconoscente che Gesù dica: “Io sono venuto per liberare”. Veramente ringrazio Dio per la Sua misericordia e il Suo amore verso di me.

Dio ha udito le preghiere di mia madre, ha visto il mio cuore sincero, perché volevo essere liberata, ed ha inviato il Suo profeta, il Rev. William Branham ad Hammond, Indiana, per portare Cristo nella mia vita. Veramente, ho il più grande rispetto Cristiano e amore per il fratello Branham; egli è un vero profeta di Dio.

Sono tanto riconoscente che Gesù mi abbia vista e capita, ed ha compreso che desideravo essere libera. Sia lode al Suo Nome.